SI PUO’ UCCIDERE IN NOME DI DIO? – di Zahra Razani III B Odo

Negli ultimi anni, in varie parti del mondo, si sono verificati attentati terroristici, attribuiti agli estremisti islamici dell’ISIS, uno stato islamico autoproclamato. I militanti dell’Isis sostengono di uccidere in nome di Dio gli “infedeli”, cioè tutti coloro che non seguono la religione musulmana. Del resto, nella storia dell’umanità, si sono spesso combattute guerre in nome di Dio, anche da parte dei Cristiani. Nel 1095 papa Urbano II approfittò del Concilio di Clermont per lanciare una proposta rivoluzionaria: unirsi per liberare Gerusalemme dagli infedeli. Nasce così la prima Crociata alla quale seguiranno altre sette, fino al 1270.

Tornando ad oggi, sui quotidiani nazionali ed internazionali sono state pubblicate numerose interviste e raccolti diversi pareri riguardo agli attentati terroristici e tutti erano concordi sul fatto che tanta violenza non ha nulla a che vedere con la religione. In particolare un ragazzo musulmano ha dichiarato: ”Purtroppo c’è molta ignoranza e la gente finisce con il confondere l’Islam con l’Isis. Ma nessun Dio vorrebbe la guerra, nel Corano non c’è scritto di uccidere altri uomini ma anzi si legge che chi uccide anche un solo uomo è come se uccidesse l’intera umanità!”.

Anche papa Francesco ha espresso la propria opinione al riguardo e, durante l’Angelus, il papa ha condannato questi atti terroristici dicendo:” Voglio riaffermare con vigore che la strada della violenza e dell’odio non risolve i problemi dell’ umanità. Utilizzare il nome di Dio per giustificare questi atti è una bestemmia!”. Anche esponenti di altre religioni hanno manifestato la loro solidarietà nei confronti delle popolazioni colpite da questa piaga.

Io, ragazza di sedici anni, spero che questi episodi non creino pregiudizi  tra le persone poiché questo sarebbe l’atto terroristico più terribile: far crollare le colonne portanti dell’umanità, cioè la solidarietà, la fiducia negli altri e la capacità di accogliere ed accettare tutti gli uomini con le loro differenze. In che mondo saremmo costretti a vivere noi giovani, se succedesse questo?

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